Extempore

— Roberto Ambrosi

Memorie e fermenti dagli anni d’oro
Fiume, Palazzo Modello, anno 1994…

…nella sede della locale Comunità degli Italiani e dell’Unione Italiana si concludeva una riunione durante la quale a noi componenti della Commissione Arti veniva affidato l’incarico di indicare nuove vie e strategie al fine di rianimare e coinvolgere quella numerosa schiera di artisti connazionali rimasta spaesata e confusa in seguito ai noti tragici avve- nimenti dei primi anni Novanta. Un risveglio artistico che trovasse un nuovo terreno di confronto e di dialogo e sancisse la svolta culturale di un’area finalmente affacciata su un mondo aperto a stimolanti contaminazioni e scambi: questa, l’anima del progetto.

In quello stesso giorno Sergio Molesi ed io ci incontrammo con Erna Toncinich, membro della Commissione e profonda conoscitrice della realtà artistica locale, la quale ci accolse con gran- de cordialità; discutemmo così in un clima disteso e la serata si dipanò foriera di idee proficue, da cui emersero due proposte che ritenemmo particolarmente significative: la prima fu quella della costituzione di un “circolo artistico” che si dedicasse ai vari settori della cultura, in seguito concretizzatosi nella fondazione del “Cenacolo”; la seconda, fu quella di indire un’Ex tempore internazionale, aperta a tutti, in grado di produrre il duplice risultato di offrire una “vetrina” artistico- culturale di più ampio respiro in cui l’impatto ambientale e sociale rendesse attivamente partecipe la cittadinanza tutta, ugualmente protagonista con manifestazioni collaterali. Proposi Grisignana come locazione dell’evento, la prestigiosa Grisignana dell’Alto Buiese, città degli artisti, armonioso gioiello architettonico incastonato in un panorama di grande fascinazione. Così è nata l’Ex tem- pore di Grisignana, ormai quasi al traguardo della XXma edizione. Ricordo che, sulla via del ritorno, l’illuminazione festosa del campo sportivo di Cantrida ci parve un segno di buon auspicio per il possibile successo dell’iniziativa.
Il mattino seguente, la nostra proposta fu presentata alla dirigenza dell’Università Popolare di Trie- ste e, come era allora consueto, dopo un assenso quasi immediato si velocizzò l’iter burocra- tico d’obbligo, di modo che pochi giorni dopo eravamo in grado di passare alla fase operativa del progetto, grazie alla lungimiranza e disponibilità del Presidente Bruno Maier e del Segretario Luciano Rossit, di cui mi piace ricordare le spiccate doti umane e la vasta cultura, ancor oggi compianto e rimpianto , nondimeno per le rare capacità organizzative e gestionali; negli anni, si era conquistato la collaborazione dei personaggi più eminenti della cultura, sempre favorevoli ad un coinvolgimento nelle meritorie iniziative dell’Ente. Grazie a dirigenti di tale calibro, l’Università Popolare era diventata una testa di ponte fondamentale di questa grande e particolare area, un fiume in piena, tanta era la fecondità delle iniziative e proposte, valutate e appoggiate nello spirito di una professionalità al servizio di un compito svolto al di sopra dei propri interessi personali, con grande capacità di mediazione .
Serbo un ricordo indelebile della Ia edizione dell’Ex tempore, nel 1994: tentò invano di guastarla la pioggia, vera attrice di quella fresca domenica autunnale dal grigio dominante, nonostante qual- che debole raggio di sole. La giuria decretò vincitrice Daria Vlahov, una giovane artista fiumana già affermata, purtroppo prematuramente scomparsa. Ed è, il suo, l’unico nome che citerò tra gli artisti premiati in questi quasi vent’anni per evitare omissioni, pur non volutamente, irrispettose. Da quella prima edizione ad oggi la crescita della partecipazione è stata esponenziale, così come il contributo degli istriani e l’affluenza dei visitatori, coinvolti nell’atmosfera di una festa collettiva in cui arte e territorio dialogano e si riconoscono. Qualche dato significativo: dai circa 50 parte- cipanti della Ia edizione se ne sono contati quasi 500 nelle più recenti, tutte comunque conno- tate di un’alta qualità artistica, capace di costituire uno stimolo alla crescita di pittori dilettanti e principianti, proprio come la nostra Commissione Arti aveva auspicato fin dall’inizio. Essa fu poi sciolta e mai più riproposta, ma l’idea aveva dato i suoi frutti, a nostra soddisfazione e conforto.
E per concludere, un doveroso cenno ai componenti delle varie giurie, che nell’arco degli anni hanno messo a disposizione la loro competenza, le loro conoscenze e capacità critiche: si è trat- tato di personalità dall’elevato valore culturale, le migliori presenze del territorio, che non citerò per nome nonostante la loro fama, così come ho omesso i nomi degli artisti premiati; ma mi sia consentita un’unica eccezione: Sergio Molesi.
Questa è storia, il resto è cronaca.